Per la quarta edizione di JAZZMI, gli organizzatori hanno invitato a Milano alcuni dei più grandi musicisti della scena internazionale: da Herbie Hancock, che ha aperto la manifestazione con un concerto sold-out nella Sala Verdi del Conservatorio, al maestro della fusion John McLaughlin, da Chucho Valdes (strepitoso il suo live in duo con Stefano Bollani al Dal Verme per un altro “tutto esaurito”) ad Archie Shepp, il vecchio leone del free che sarà di scena, sempre al Conservatorio, sabato 9 novembre. Ventiquattr’ore prima, giovedì 8 novembre sarà la volta di un’altra luminosissima stella del jazz mondiale: Kenny Barron si esibirà in piano solo al Triennale Milano Teatro (ore 21; ingresso 25-30 euro; biglietti qui) e l’appuntamento è di quelli che si annunciano davvero imperdibili.
Classe 1943, originario di Filadelfia ma da una vita residente a New York, sessant’anni di carriera alle spalle, Barron è un autentico gigante del pianoforte, celebre per il suo tocco cristallino e il fraseggio raffinato. Melodico ed elegante, il pianista americano non rinuncia per questo ad essere ritmico, creando una musica ricca di sorprendenti intrecci sonori.
Per anni Barron è stato membro, nonché fondatore, di Sphere, il quartetto dedicato, già a partire dal nome, all’universo di Thelonious Monk, uno dei suoi principali ispiratori. Non solo bebop moderno, però: Barron unisce la predilezione per la bossa nova al jazz modale, la grande libertà armonica al rispetto per la tradizione. Un artista capace di muoversi, con assoluta padronanza, praticamente in qualunque contesto del jazz contemporaneo.
Tantissime le collaborazioni maturate nel corso degli anni: non si può non citare, ovviamente, Dizzy Gillespie («che sapeva tantissime cose riguardo al ritmo e all’armonia») e, poi, a ruota Stan Getz, Freddie Hubbard, Yusef Lateef, Joe Henderson, Ron Carter, Milt Jackson, Dave Holland ma non solo.
Al centro del suo rapporto con il pianoforte e del suo modo di suonare e intendere la musica c’è lo swing. Ma Barron, che è anche un apprezzato compositore e un valido arrangiatore, è un artista a tutto tondo, che ama tanto la musica classica quanto quella latina e brasiliana. Che suona le note giuste senza inutili cliché. E che sa emozionare come pochi altri.