Dopo l’anteprima dello scorso luglio, nell’ambito della stagione concertistica organizzata da Area M torna a Milano “La Norma in Jazz”, il nuovo progetto di Paolo Fresu e dell’Orchestra Nazionale Jazz dei Conservatori diretta da Paolo Silvestri, che si esibiranno martedì 22 ottobre nella Sala Verdi del Conservatorio (ore 21; ingresso 30 euro; Biglietti qui).
“Norma” è anche il nuovo album di Paolo Fresu, pubblicato dalla Tǔk Music (l’etichetta del trombettista sardo; Paolo Fresu per Tuk Music) e disponibile sul mercato dal 18 ottobre (acquistalo qui).
Non è certamente facile far incrociare le partiture di un vero e proprio capolavoro operistico quale la Norma di Vincenzo Bellini e il mondo del jazz. Ma, nel senso più vero dell’interpretazione e del libero adattamento classico del mondo della musica afroamericana per eccellenza, nello stesso modo in cui il jazz si appropriò attorno alla metà del secolo scorso del grande patrimonio della canzone popolare americana, appare possibile rivisitare un pezzo della storica tradizione musicale operistica con le lenti della più libera delle forme musicali moderne.
Ne è convinto Paolo Fresu, vero onnivoro dell’arte musicale contemporanea, che ha deciso di omaggiare con il massimo rispetto la meraviglia belliniana: «È semplicemente la rivisitazione, in versione strumentale dove la tromba prende il posto della voce, di alcune delle bellissime arie della Norma di Bellini, respirata nel contemporaneo grazie alla magistrale penna di Paolo Silvestri». Proprio Silvestri, che ha curato gli arrangiamenti in chiave jazz, aggiunge: «Il progetto commissionato nel 2017 da I Art-Sicilia Jazz Festival e dall’Orchestra Jazz del Mediterraneo prevedeva, in un primo tempo, una rivisitazione delle arie più famose di Vincenzo Bellini. Durante il lavoro di arrangiamento ho invece maturato l’intenzione di creare una versione moderna di Norma, lasciando quasi inalterate le melodie nella loro straordinaria bellezza, mantenendone spesso la forma simile alle canzoni popolari del nostro tempo, pur senza rispettare la successione originale dei brani, ma rielaborando l’armonia e la strumentazione in uno stile jazzistico. Il riferimento è andato immediatamente a “Porgy and Bess” di George Gershwin interpretata da Miles Davis e arrangiata da Gil Evans e, in particolare, a quell’orchestrazione con sonorità “profonde” più tipiche dei colori sinfonici della musica classica di inizio Novecento e della tradizione delle big band americane. Anche in questo lavoro solista è una tromba, quella di Paolo Fresu, che in qualche caso utilizza la sordina Harmon e il flicorno, lo strumento alla quale sono affidate le melodie e buona parte degli assoli improvvisati su strutture armoniche elaborate dai brani originali».
L’Orchestra Nazionale Jazz dei Conservatori, diretta da Paolo Silvestri, è composta da Daniele Moretto, Andrea Del Vescovo, Tiziano Codoro, Michele Amoruso (trombe), Luca Begonia, Andrea Baronchelli, Santino Polidoro, Giulio Giannini (tromboni), Manuel Caliumi, Andrea Ciceri, Fabio Tiralongo, Luca Ceribelli, Federico De Zottis (sassofoni), Edoardo Casu (flauto), Jossy Botte (clarinetto), Giulio Gentile (pianoforte), Stefano Zambon (contrabbasso) e Antonio Leta (batteria).