È uscito il 20 maggio scorso per l’etichetta Cam Jazz l’album “The Extra Something – Live at the Village Vanguard” di Enrico Pieranunzi, il terzo lavoro registrato nel leggendario club di Manhattan dopo “Live At The Village Vanguard” (pubblicato nel 2013) e “New Spring” (2016). Il disco è il frutto delle registrazioni effettuate in occasione dei concerti del 2016 alla guida di un quintetto composto da Diego Urcola (tromba e trombone), Seamus Blake (sax tenore), Ben Street (contrabbasso) e Adam Cruz (batteria).
Dopo il primo invito ricevuto da Lorraine Gordon, il pianista romano ha suonato otto volte nello storico locale dove si sono compiuti capitoli fondamentali della storia del jazz. Pieranunzi è il primo e unico musicista italiano e uno dei soli tre europei (assieme ai pianisti francesi Martial Solal e Michel Petrucciani) ad essersi esibito come leader e ad aver registrato dischi dal vivo al Village Vanguard. Ed è proprio alla memoria di Lorraine Gordon, scomparsa nel 2018, che questo album è dedicato. Pieranunzi la ricorda così: «Mi disse di aver ascoltato qualcosa di mio alla radio e che le era piaciuto, quindi chiese a Paul Motian di cercarmi e di portarmi a suonare qui. Questo può sembrare normale, ma non lo è. Per un musicista europeo suonare da leader nel tempio del jazz, con fantastici musicisti americani, è qualcosa di straordinario. È una di quelle emozioni che è praticamente impossibile esprimere a parole ed è un dono che ho ricevuto da lei».
Affiancato da una band formidabile, in “The Extra Something – Live at the Village Vanguard” Pieranunzi, come scrive nelle note di copertina Brian Morton, «coniuga i valori essenziali del jazz con una concezione della struttura e dell’ordine che trova origine nella musica classica, il tutto animato però da un forte senso di libertà». Del resto, quello del pianista e compositore romano è mondo musicale senza confini, nel quale jazz e classica, blues e musica barocca convivono da sempre con rara maestria. Nella sua ricchissima discografia (più di 80 gli album all’attivo) spiccano le collaborazioni con jazzisti del calibro di Chet Baker, Paul Motian, Charlie Haden, Marc Johnson, Lee Konitz e Joey Baron, ma anche un cd in duo con Bruno Canino (Americas) e lavori incentrati su Scarlatti, Bach, Handel, Martinu e Gershwin (quest’ultimo in trio con suo fratello Gabriele al violino e con Gabriele Mirabassi al clarinetto).
Tra i numerosi riconoscimenti nazionali e internazionali che gli sono stati assegnati per la sua attività musicale, vanno ricordati il Django d’Or francese come miglior musicista europeo (nel 1997), l’Echo Award in Germania come “Best International Piano Player” nel 2014 e il premio “Una vita per il jazz” assegnatogli nello stesso anno dalla rivista Musica Jazz. Parecchie sue composizioni sono diventate veri e propri standard suonati e registrati da musicisti di tutto il mondo e sono state pubblicate nei prestigiosi “New Real Book” statunitensi, tra cui “Night Bird”, “Don’t forget the poet”, “Les Amants”, “Fellini’s Waltz”, “Je ne sais quoi”, “Trasnoche” e “Coralie”.