MILANO – Mezzo secolo fa, nel maggio del 1973, il musicista inglese Mike Oldfield pubblicava “Tubular Bells”, il suo disco d’esordio, considerato dalla critica un capolavoro. Album strumentale in cui folk, classica, rock, minimalismo ed echi new age si fondono perfettamente, “Tubular Bells” fu il primo titolo della neonata etichetta Virgin Records di Richard Branson ed ebbe un enorme successo, grazie anche a un tema inserito nella colonna sonora del film “L’esorcista”, che lo portò a restare nelle classifiche britanniche per 279 settimane, vendendo nel solo Regno Unito 2.630.000 copie e circa 15 milioni in tutto il mondo. Una curiosità: il disco fu realizzato esclusivamente da Oldfield, che suonò da solo tutti gli strumenti.
A distanza di cinquant’anni dall’uscita dell’album, l’Artchipel Orchestra, formazione milanese tra le più importanti nel panorama jazzistico italiano, presenterà sabato 28 ottobre al Teatro Civico Roberto De Silva di Rho (Mi), in prima assoluta, “Tubular Bells Variations”, originale rilettura del lavoro di Oldfield in cui i temi più significativi vengono esposti e sviluppati attraverso una partitura in bilico tra scrittura e improvvisazione. Il concerto inizierà alle 21 e il prezzo dei biglietti varia da 10 a 33 euro (on line: www.vivaticket.com/it/ticket/tubular-bells-variations-artchipel-orchestra/214850).
Spiega Ferdinando Faraò, fondatore e direttore dell’Artchipel Orchestra: «L’idea di avvicinarmi e confrontarmi con la musica di Mike Oldfield risale ad alcuni anni fa. Considero “Tubular Bells” un’opera iconica, che mi colpì moltissimo fin da ragazzo. Nel 2017 ho arrangiato per orchestra la prima parte del disco, riferendomi ai temi principali e alternandoli a momenti di improvvisazione sulle strutture tematiche, ma anche su strutture libere. I “ferimenti” tematici e strutturali hanno un ruolo fondamentale in questa mia personale visione dell’opera che, a distanza di alcuni anni, ho voluto ridefinire e contestualizzare in un’ottica di libera rilettura, caratterizzata da continue variazioni. Non per nulla abbiamo intitolato il concerto di Rho “Tubular Bells Variations”. Inoltre, nella seconda parte della nostra esibizione ci sarà spazio per la prima esecuzione della suite “Tube”, che ho scritto per l’occasione, ispirata al capolavoro di Oldfield».
Insieme a Ferdinando Faraò, sul palco del Teatro Civico Roberto De Silva si esibiranno Marco Fior, Marco Mariani e Matteo Vertua (trombe), Alberto Bolettieri (trombone), Fiorenzo Gualandris (tuba), Rudi Manzoli (sax soprano), Paolo Lopolito (sax alto), Germano Zenga (sax tenore), Rosarita Crisafi (sax baritono), Alberto Zappalà (clarinetto basso), Carlo Nicita (flauto), Naima Faraò e Francesca Sabatino (voci), Giuseppe Gallucci (chitarra elettrica), Luca Gusella (vibrafono), Paola Tezzon e Giulia Larghi (violini), Luca Pedeferri (pianoforte, fisarmonica), Andrea Serino (tastiere), Gianluca Alberti (basso elettrico), Stefano Lecchi (batteria) e Lorenzo Gasperoni (percussioni).
Nata nel 2010, l’Artchipel si è aggiudicata tre volte (nel 2012, nel 2017 e nel 2022) il “Top Jazz”, il referendum indetto dalla rivista Musica Jazz come miglior formazione italiana, e si è esibita nei principali festival italiani. Nel corso degli anni questo collettivo “ad assetto variabile” è passato da un repertorio di brani originali ad arrangiamenti propri di composizioni scritte negli anni Settanta, Ottanta e Novanta da Mike Westbrook, Alan Gowen, Fred Frith, Dave Stewart e, più di recente, da Jonathan Coe, celebre romanziere britannico. Da sempre, infatti, il gruppo milanese ha nel suo Dna una spiccata vocazione internazionale e può vantare prestigiose collaborazioni con musicisti del calibro di Keith Tippett, Julie Tippetts, Mike e Kate Westbrook, Karl Berger, Ingrid Sertso, Adam Rudolph, Cyro Baptista, ma non solo.