Intra, Fasoli, Liguori, Tomelleri, Rusca e Comeglio (ma non solo) inaugurano sabato 30 settembre la nuova stagione dell’Atelier Musicale alla Camera del Lavoro di Milano

MILANO – Ricomincia sabato 30 settembre, alla Camera del Lavoro di Milano, l’Atelier Musicale, la rassegna organizzata dall’associazione culturale Secondo Maggio in bilico tra jazz e classica contemporanea. A inaugurare la XXIX stagione un concerto-tributo di altissimo proflo (inizio live ore 17.30; ingresso 10 euro con tessera associativa di 5-10 euro) che riunisce, insieme a Enrico Intra, una serie di personalità che, alla pari del pianista e compositore milanese, rappresentano la storia e l’attualità del jazz italiano: da Paolo Tomelleri a Claudio Fasoli, da Gabriele Comeglio a Mario Rusca, da Gaetano Liguori a Tony Arco, senza dimenticare Caterina Crucitti e Sara Collodel.
Questi grandi artisti sono infatti riuniti per ricordare la figura di Riccardo Terzi, politico, sindacalista, intellettuale e grande appassionato di musica, soprattutto di jazz, scomparso nel 2015 a settantaquattro anni. Fondatore con Gianni Bombaci, Maurizio Franco, Enrico Intra e Giuseppe Garbarino tra gli altri dell’associazione Secondo Maggio, Terzi è stato una figura di grandissimo rilievo per l’Italia e per la città di Milano, che lo ha onorato con la presenza nel Famedio.
L’Atelier apre così la sua stagione con un concerto che rappresenta anche la sua storia, in cui musicisti che in parte furono amici di Riccardo Terzi gli dedicheranno un brano, usando come metafora l’idea di racconto del blues, inteso quindi non come genere specifico ma come sistema di comunicazione di emozioni. Una proposta spettacolare, in cui emergeranno le diversità stilistiche dei solisti ospiti per fare di questo appuntamento un momento di grande varietà linguistica. La lirica ed europea progettualità di Claudio Fasoli, la dimensione aperta e contemporanea di Gaetano Liguori, lo swing e la fluidità di Paolo Tomelleri, l’enciclopedica conoscenza della tradizione moderna del jazz di Gabriele Comeglio, la classe pianistica di Mario Rusca, il senso del funk di Caterina Crucitti, il virtuosismo e la precisione assoluta di Tony Arco, l’originalità del mondo europeo, ma fortemente legato alla cellula blues, di Enrico Intra, oltre alla sapienza della chitarrista classica Sara Collodel, saranno i motori della musica e contribuiranno a fare di questo concerto un grande inizio non solo per l’Atelier, ma per la nuova stagione musicale milanese.Un altro ricordo della nuova stagione andrà a Giorgio Gaslini, con la prima assoluta di una sua opera inedita, il Camilo Torres, che grazie al lavoro di Alfonso Alberti chiuderà il cartellone il prossimo 16 marzo. Due momenti di assoluta originalità, in prima esecuzione, secondo l’abitudine consolidata dell’Atelier di proporre quello che manca nella programmazione cittadina: commissionare nuovi lavori o presentare pagine quasi mai eseguite, spesso con protagonisti i giovani musicisti, a cui si offre visibilità per i loro progetti. Tra queste due grandi serate che apriranno e chiuderanno la stagione ci sarà il consueto intreccio tra proposte contemporanee fortemente trasversali, musica eurocolta e jazz, con pagine rare, riletture, sguardi alla storia e alla trasversalità che incontra il pop, la musica classica e il folklore, tutte spiegate con agili, ma approfonditi programmi di sala e sintetiche introduzioni all’ascolto prima di ogni concerto.
Il cartellone, compilato senza alcun pregiudizio stilistico, offre per la parte eurocolta una notevole ripresa de Le mammelle di Tiresia di Poulenc-Apollinaire (il 7 ottobre), pagina raramente messa in scena, e un concerto dedicato a composizioni del Novecento e contemporanee per quartetto d’archi, proposte dall’eccellente, e poco ascoltato dalle nostre parti, Quartetto Pezzé (il 28 ottobre). Analoga scelta è stata fatta per i duetti violino/pianoforte (sabato 18 novembre con Roberto Arnoldi e Fabio Locatelli) e violoncello/pianoforte (il 27 gennaio prossimo con Claudio Merlo e Nicola Giribaldi), entrambi nel segno di repertori vasti e inconsueti, con diversi autori di oggi.
Tra le pagine più legate alla trasversalità contemporanea di impronta jazzistica c’è, invece, il trio Blue Baroque (14 ottobre), che prende spunti dal Medioevo al Barocco per muoversi sul terreno di un’ampia improvvisazione nel solco del jazz europeo, così come quello del pianista Umberto Petrin farà un’operazione analoga partendo dalla musica dance degli Chic, gruppo di culto degli anni Settanta (25 novembre). Sabato 11 novembre Francesco Diodati, forse la più luminosa tra le nuove voci della chitarra del jazz italiano di oggi, proporrà il singolare quartetto per due chitarre elettriche con live electronics, viola e violoncello, riuniti nel gruppo TellKujira, mentre la pianista e cantante Giulia Malaspina opererà un aggancio con l’universo della canzone pop e l’espressione jazzistica (il prossimo 9 marzo). Multimediale, nato per Bergamo Brescia Capitale italiana della Cultura, è il progetto “Invenzioni a più voci” del pianista e compositore Claudio Angeleri, che unisce musica, letteratura e immagini ispirate da figure fondamentali per la storia delle due città lombarde (21 ottobre). Il sestetto di Marco Mariani riprenderà in forma aggiornata, il 3 febbraio prossimo, il progetto di un jazz che guarda alle colonne sonore, cinematografiche e televisive, mentre Rosario Giuliani, Roberto Tarenzi e Dario Napoli attingeranno alla storia del jazz e ad alcuni dei suoi protagonisti più illustri. Il primo, sassofonista di fama mondiale, metterà in relazione i mondi sonori di Parker, Coleman e Coltrane (il prossimo 20 gennaio); il secondo, pianista tra i più influenti della generazione dei quarantenni, esplorerà le composizioni di Herbie Hancock e McCoy Tyner (il 10 febbraio); il terzo, infine, presenterà il 2 marzo un repertorio che intende valorizzare le meravigliose e spesso poco conosciute composizioni di Django Reinhardt, delle quali è un interprete apprezzato in tutta Europa.
Il cenacolo culturale dell’Atelier torna, dunque, con la consueta varietà delle sue proposte, allontanandosi da routine e luoghi comuni per realizzare una stagione che guarda, prima di tutto, al fatto culturale, lontana da mode effimere e programmazioni superficiali.

Programma completo: www.secondomaggio.org

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