La figura del pianista Jelly Roll Morton è tra le più rilevanti nella storia del jazz. Creolo, figlio di New Orleans, autoproclamatosi (ma con qualche buona ragione) “inventore del jazz”, Morton è stato il primo, grande compositore della storia jazzistica, colui che ha portato lo stile di New Orleans al suo più alto livello. Uscito di scena con l’avvento dell’era dello Swing, dimenticato per decenni dalla maggior parte dei suoi colleghi (fatta eccezione per Charles Mingus), a partire dagli anni Novanta Morton è diventato un artista finalmente considerato per il suo indubbio valore e la sua musica è stata più volte ripresa ed elaborata in chiave moderna.
È ciò che avverrà anche sabato 5 marzo alla Camera del Lavoro di Milano (inizio live ore 17.30, ingresso 10 euro con tessera associativa) nell’ambito dell’Atelier Musicale, la rassegna in bilico tra jazz e classica “contemporanea” organizzata dall’associazione culturale Secondo Maggio: in questo concerto, in prima esecuzione milanese, verranno presentate diverse composizioni mortoniane, alcune famosissime, altre poco conosciute, con arrangiamenti di taglio polistilistico a cura del quintetto di Helga Plankensteiner e Achille Succi.
La prima è una brillante sassofonista, compositrice e arrangiatrice altoatesina che ha suonato con diverse big band, tra cui quella di Carla Bley, ed è molto presente anche sulla scena austriaca, dove nel 2018 le è stato assegnato il Premio Jazz della Città di Innsbruck; il secondo è una delle grandi realtà del jazz italiano contemporaneo, un maestro del clarinetto basso di livello assoluto, dallo stile melodico e aperto a molteplici situazioni espressive. Con loro si esibiranno Glauco Benedetti, la nuova stella nazionale della tuba in campo jazzistico, che condivide con i due leader una visione della musica a 360 gradi; Michael Lösch, pianista, organista e compositore che ha lavorato con un gran numero di musicisti italiani ed europei e che è molto richiesto anche nelle vesti di arrangiatore; infine, Marco Soldà, batterista che vanta un’intensa attività di sideman in diversi generi musicali (jazz, pop, funk, soul e blues), grazie a una versatilità apprezzata da molti gruppi e da famosi solisti.
Questo singolare organico, che predilige le sonorità gravi (tuba, baritono e clarinetto basso), ricostruirà dal proprio punto di vista la musica di un autentico maestro del jazz.