MILANO – Un grande ritorno, con un nuovo nome e un nuovo spazio, per la big band del compositore e pianista Enrico Intra, per venticinque anni nota come Civica Jazz Band e ora ridenominata Milano C-Jazz Band. Un cambio di nome che segna uno sviluppo ulteriore dell’orchestra nata come laboratorio dei Civici Corsi di Jazz che, pur non cambiando la sua filosofia progettuale, amplia l’organico a un numero superiore di docenti del prestigioso istituto milanese, acquisendo così una varietà stilistica interna dal respiro ancora più ampio. Una band che ha trovato una nuova casa nello storico Teatro Lirico Giorgio Gaber, finalmente riaperto ai milanesi, dopo la straordinaria ospitalità ricevuta al Piccolo Teatro per oltre vent’anni.
Non è mutata invece la formula, basata sui progetti speciali, le produzioni originali, gli omaggi a grande personalità della scena jazzistica italiana e internazionale, a cui gli appassionati milanesi sono abituati. Il concerto di apertura, in programma lunedì 17 gennaio al Teatro Lirico Giorgio Gaber di Milano (ore 21; biglietti a partire da 12 euro), porta in dote un titolo stimolante (L’improvvisazione è improvvisata?), preso in prestito dall’omonimo libro scritto dallo stesso Intra e da Riccardo Scivales e curato da Maurizio Franco. In questo saggio, presentato ufficialmente nel corso della serata di apertura della nuova rassegna di jazz in programma fino a fine maggio al Lirico, per la prima volta vengono raccolti decine di esempi di improvvisazione scritti e commentati dai loro autori, cioè oltre quaranta tra i più famosi musicisti italiani di jazz, scelti senza pregiudiziali stilistiche e generazionali, oltre ad alcuni saggi scritti da importanti musicologi e studiosi e a un focus sul piano jazz dello stesso Scivales.
Alcuni tra coloro che hanno preso parte alla stesura del volume parteciperanno come solisti ospiti della Milano C-Jazz Band per eseguire arrangiamenti scritti specificamente per loro: da Enrico Rava a Claudio Fasoli e Franco D’Andrea, icone del nostro jazz, a due first ladies quali Rita Marcotulli e Ada Montellanico, a una figura di grande artista progettuale come Paolo Damiani, sino allo stesso Scivales e a due delle nuove personalità della scena italiana del jazz quali il cantante, anzi il “narratore di suoni” Albert Hera, e la violinista Eloisa Manera. Un cast fantastico e di assoluta varietà espressiva, in sostanza un evento davvero unico.
Il prosieguo della rassegna è altrettanto originale e dai forti contenuti culturali e artistici, a cominciare dalla serata (21 febbraio) dedicata alla grande arte dell’arrangiamento, che vedrà protagonisti, oltre a importanti solisti ospiti (Gianluigi Trovesi, Tullio De Piscopo, Laura Fedele, Paolo e Sophia Tomelleri), un piccolo gotha degli arrangiatori italiani di jazz. A due grandi solisti, ma anche a un arrangiatore e direttore d’orchestra quale George Gruntz, è dedicato il terzo appuntamento (28 marzo), con la tromba e il flicorno di un musicista di fama mondiale quale lo svizzero Franco Ambrosetti e i sassofoni di uno strumentista e autore di assoluta visione progettuale come Claudio Fasoli.
Il quarto concerto (in programma il 13 aprile) ospiterà l’incontro tra due organici che nascono nell’ambito della didattica jazz italiana: la Milano C-Jazz band e la Verdi Jazz Orchestra del Conservatorio G. Verdi di Milano, diretta da un arrangiatore e pianista del calibro di Pino Jodice. Infine, il 23 maggio, uno sguardo tutto milanese per il concerto conclusivo, che tocca la relazione tra il mondo jazzistico e quello di cantautori e attori notissimi (Fabio Concato, Paolo Rossi e Flavio Oreglio), in occasione della presentazione di un altro volume, questa volta dedicato proprio al rapporto tra il capoluogo lombardo e il jazz visto nelle sue varie sfaccettature.
Come di consueto, ogni concerto verrà introdotto da un’agile guida all’ascolto curata da Maurizio Franco, nel segno della continuità di una formula molto apprezzata dal pubblico.