Si intitola “Cyclic Signs” il disco d’esordio di Enrico Morello, uscito il 19 marzo per l’etichetta Auand Records e realizzato dal batterista romano insieme a Francesco Lento alla tromba, Daniele Tittarelli al sax alto e Matteo Bortone al contrabbasso.
Classe 1988, Morello è arrivato al primo album in veste di compositore e band leader dopo aver maturato l’esigenza di sintetizzare le diverse esperienze e gli stimoli accumulati negli ultimi anni con le numerose e prestigiose collaborazioni come sideman, a cominciare da quella con il New Quartet di Enrico Rava (poi trasformatosi nell’Enrico Rava Special Edition).
Il quartetto scelto da Morello si è rivelato un nucleo compatto e affiatato e il contributo dei musicisti è stato sorprendente, riuscendo non solo ad assimilare perfettamente le complesse composizioni originali del leader, ma arricchendole con la propria visione personale.
Spiega Morello: «Sono partito dall’elemento a me più congeniale: il ritmo. Ho cercato di sovvertire la prevedibile logica del tempo metricamente organizzato tracciando percorsi inattesi, multiformi e compositi, con l’intento di restituire all’ascoltatore la sensazione di sorpresa e disorientamento che si prova quando ci si affaccia alle finestre dell’ignoto. L’utilizzo di un organico asciutto e costituito da strumenti prevalentemente monodici consente uno sviluppo polifonico del materiale tematico e lascia che la musica scaturisca dal silenzio come dei gesti pittorici su una tela bianca. Ho concentrato le mie energie nel dare risalto alle specificità armoniche dei brani attraverso un’accurata conduzione delle diverse voci che determinano l’intreccio polifonico. Seguendo questi princìpi, le gravità armoniche, seppure non esplicite, mantengono un ruolo centrale nel disegno globale delle composizioni e ne determinano ambientazioni cangianti. Queste scelte mi hanno condotto all’esplorazione di paesaggi sonori archetipici, essenziali dal punto di vista timbrico ma complessi e articolati nella loro manifestazione corale, non dissimili da alcune produzioni di musica tradizionale dell’Africa centrale che sono state fonte inesauribile d’ispirazione durante tutto il mio percorso d’investigazione creativa».
Nel corso degli ultimi anni Enrico Morello ha ricoperto un ruolo chiave in diverse formazioni all’interno dell’eterogeneo panorama del jazz contemporaneo italiano, collaborando, tra gli altri, con Maurizio Giammarco, Alessandro Lanzoni, Paolo Fresu, Francesco Diodati, Francesco Ponticelli, Barbara Casini e Mirko Signorile.