È uscito pochi giorni fa “Wood Tales”, il nuovo album per solo contrabbasso di Jacopo Ferrazza: dodici brani, di cui sette composizioni originali e cinque arrangiamenti, tra canzoni e standard jazz, che spaziano da Fabio Zeppetella (“Choro Pra Gianlu”) a Enrico Pieranunzi (“Les Amants”), passando per “Blackbird” dei Beatles e “Sophisticated Lady” di Duke Ellington. L’album si conclude con “A New World”, unico brano (originale) frutto di sovraincisioni.
In “Wood Tales” il contrabbasso viene messo completamente a nudo, regalando nuove gamme di colori e sfumature non più così nascoste. Si tratta di un progetto che rivela la propria essenza nella ricerca di un’indipendenza sonora e di un’identità ritmica, armonica e melodica, nonché timbrica, supportata esclusivamente dall’uso della voce e dell’archetto: «Avevo bisogno di tornare alle radici – sostiene Ferrazza – per non perdere il contatto con la terra e con la realtà, incarnata in questo caso dal suono vero, sincero e anche sporco del legno».
In questo nuovo lavoro del musicista e compositore laziale permangono le influenze di Charlie Haden, Ray Brown, Larry Grenadier, così come i riferimenti a John Patitucci e ad Ares Tavolazzi (con cui Ferrazza ha studiato in gioventù), non a caso autori delle note di copertina di questo disco.
Nel corso della sua carriera, Jacopo Ferrazza, che fa parte del quartetto di Fabrizio Bosso, di quello di Ada Montellanico e del quintetto di Nicola Piovani, ha suonato con grandi esponenti della musica nazionale e internazionale come Dave Liebman, Greg Hutchinson, George Garzone, Enrico Rava, Paolo Fresu, Roberto Gatto, Maurizio Giammarco, Rosario Giuliani, Enrico Pieranunzi, Giovanni Amato, Giovanni Falzone, Antonello Salis, Lorenzo Tucci, Maria Pia De Vito, Max Ionata, Flavio Boltro e molti altri. Prima di “Wood Tales”, il contrabbassista e compositore laziale aveva inciso con il proprio trio il disco “Rebirth”, uscito nel febbraio del 2017 e prodotto dalla CAM Jazz, e “Theater”, pubblicato nel 2019 per la stessa etichetta.