Tra i tanti appuntamenti jazz dell’estate milanese quello con Chucho Valdés, in programma giovedì 18 luglio al Castello Sforzesco, è uno dei più attesi: il pianista e compositore cubano, vincitore di sei Grammy Awards (e di tre Latin Grammy Awards), si esibirà nell’ambito della rassegna Area M, all’interno del cartellone dell’Estate Sforzesca, con il Jazz Batà quartet (inizio live ore 21.30; ingresso 16,50-27,50 euro). Con lui sul palco ci saranno Yelsy Heredia (contrabbasso), Dreiser Durruthy Bombalè (batà) e Yaroldy Abreu Robles (percussioni, congas).
Questa formazione, che quando nacque era un trio sperimentale e che ha preso il nome dal batà (tamburo di origine nigeriana a forma di clessidra, strumento essenziale nella musica rituale della religione Yoruba), è stata fondata da Valdés prima della nascita dello storico gruppo Irakere: al posto della batteria spiccava, per l’appunto, la presenza del batà. Un trio jazz senza batteria? «In tanti mi dicevano che era un’idea folle – ricorda Valdés – Mi dicevano che era “crazy jazz’. Beh, l’ho fatto lo stesso. Cercavo il suono delle nostre radici. I tamburi di Batà non sono stati usati nella musica popolare, erano considerati volgari, arretrati. Ma sono le nostre radici».
La band, che ha due album all’attivo (le composizioni portano la firma del leader), fonde in modo mirabile il jazz, gli elementi afro e i ritmi latini che pescano a piene mani nelle radici della musica cubana.